|
|
Su un lato del sagrato, di fronte alla porta
secondaria nella facciata principale, si alza il
campanile. Questo fu costruito per la necessità di
riuscire a sistemare una grossa campana già fusa che
giaceva a terra abbandonata. Questo è testimoniato da
una supplica, datata 12 marzo 1594, dell'Università di
Celico indirizzata al Viceré nella quale si chiedeva
|
Vista della campana. |
l'autorizzazione a raccogliere fondi necessari per la
costruzione del campanile.Ottenuta rapidamente
l'autorizzazione richiesta, si passò ad eseguire un
progetto che con ogni probabilità era stato già
preparato da qualche abile capomastro locale. Tanto
che due anni dopo, nel 1596, almeno il primo piano era
già completato, come prova la data graffita
sull'ultima mensola a sostegno del fregio.
Sembra strano come al campanile si sia pensato solo
verso la fine del cinquecento, ma in realtà la chiesa
aveva già alle sue spalle un piccolo campanile, che
con molta probabilità fu abbandonato, abbattuto o
forse inglobato in qualche parziale ampliamento della
chiesa, perché incapace di sostenere la nuova
campana.
In origine, il campanile era alto trenta metri e
composto di quattro piani: era tanto alto che, si
racconta, il suono della gran campana si diffondeva
fino a Cosenza. Nel 1871, però, fu accorciato
nell'ultimo piano perché non poteva resistere
all'oscillazione provocata dal movimento della
campana, che pesava ben 24 quintali.
nel 1973 per dar luogo alla galleria della
|
Iscrizione sulla campana datata 1653. |
Questa campana fu fusa dal 1648 al 1653 a Celico
stesso, in un posto nei pressi della Chiesa poi
coperto da case edificate nel settecento ed abbattute
superstrada. Essa fu opera del Galbato messinese, e di
Scipione e Giovan Simone Palmieri, di Bocchigliero,
anche se un'incisione sulla campana dice: "HOC OPUS
FECERUNT MAGISTER HYERONIMUS CONTE ET MAGISTER JOSEPH
GALBATUS * ANNO DOMINI 1653 *". Essa non era sola nel
gran campanile: ve n'erano ancora altre tre: due per
le funzioni ed una per l'orologio. Le due furono
rifuse, la prima nel 1797 da Nicola Granieri e l'altra
dalla Cassa Rurale di Celico nel 1923.
Sottostante al davanzale della finestra del primo
piano, sopra la piccola ed unica porta, graffita su
una piastrella di tufo quest'iscrizione:
1742
I7. CARMINUS
RIPOLI PROC.
REST. FECIT
|
Orologio posto sul campanile. |
Tratto da: Gustavo Valente "Chiese conventi confraternite e congreghe di Celico e Minnito" Frama Sud
|
|
|
|
|
|
Pima
neve in Sila
Celico
Spezzano Sila
|
|
|
|
|
|