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Intorno al monastero, fondato
nel 1189 da Gioacchino da Fiore su un costone
orientale dell'altopiano silano, a partire dal 1500
iniziò a sorgere il paese di San Giovanni in Fiore.
Si viene così delineandosi la suddivisione della Sila
in Sila Regia e Sila Badiale.
La Sila Regia rimase tale solo a livello teorico:
quasi completamente disabitata, priva di efficienti
vie di comunicazioni, fu interessata da aspre contese
sulla proprietà di terreni e sui diritti di uso civico.
Queste contese hanno avuto inizio a causa delle "usurpazioni"
portate avanti da privati ai danni di terreni del
demanio o che erano finalizzati a usi civici, ed a
beneficio delle popolazioni di Cosenza e Casali.
Le zone usurpate venivano disboscate e messe a coltura
in modo da formare delle vere e proprie "difese".
Questo gravissimo fenomeno, che durò fino all'800,
creò delle gravissime tensioni sociali in quanto le
popolazioni interessate si vedevano private perfino
dei loro secolari diritti di pascolo.
Tensioni sociali che sfociarono in delle vere e proprie
distruzioni delle foreste silane, da parte di contadini,
pastori e grandi proprietari terrieri: iniziarono
grossi disboscamenti per creare nuove terre da coltivare
e si appiccarono numerosi incendi per creare nuovi
pascoli.
La distruzione delle foreste e le conseguenti erosioni
delle pendici, avevano prodotto, a valle dell'altopiano,
un allargamento e un sollevamento degli avei dei fiumi,
riempiti da detriti prodotti dalle frane. Nonostante
ciò, i disboscamenti continuarono fino al secondo
dopoguerra. Inizialmente furono società forestali
provenienti da fuori regione a tagliare le rimanerti
Selve della Sila, realizzando addirittura caseggiati
per la raccolta di legname, ferrovie e funivie per
il loro trasporto a valle.
La Sila, quindi, stava subendo un grosso fenomeno
di colonizzazione, ancora di più favorito dalla costruzione
della linea ferroviaria, che da Cosenza avrebbe dovuto
raggiungere Crotone.
Il primo tratto ( fino a Pedace ) fu inaugurato nel
1916, l'ultimo ( fino a San Giovanni in Fiore ) nel
1956.
Nel secondo dopoguerra il colpo di grazia alle foreste
silane fu dato dagli alleati anglo-americani, i quali
dovettero prelevare un ingente quantitativo di legname
per riparare i danni di guerra.
Nel 1950 lo Stato decide di porre fine alla questione
silana, emanando una legge apposita e costituendo
l'Opera per la Valorizzazione della Sila: i
latifondi della Sila e del Crotonese furono espropriati,
i terreni divisi in lotti e aggregati in piccoli villaggi
sparsi in tutto l'altopiano.
Nei decenni successivi, si ricostruì il demanio forestale
e iniziò una vasta opera di rimboschimento.
Nel 1968 venne istituito il Parco Nazionale della
Calabria, nato dall'esigenza di salvaguardare
le bellezze silane, dopo la presentazione al Parlamento
nel 1960 di un nuovo progetto di legge, essenzialmente
protezionistico.
Il più giovane dei parchi nazionali visse dei momenti
di grande oscuramento, dovuti alla difficoltà di far
funzionare il suo Comitato di Tutela.
Ancora di più le cose peggiorarono con l'emanazione
della legge quadro sulle aree protette, in quanto
confermava la costituzione del Parco Nazionale
del Pollino e quello dell'Aspromonte, ma
nello stesso tempo escludeva il Parco Nazionale della
Calabria dall'elenco dei parchi nazionali.
Nel 1992, il W.W.F. Calabria presentò una bozza
di disegno di legge di modifica della legge quadro,
che prevedeva l'istituzione di un unico grande Parco
Nazionale della Sila, che comprendeva una gran parte
dell'altopiano silano, e, finalmente, l'8 ottobre1997
si istituì il Parco Nazionale della Sila.
tratto
da: Francesco Bevilacqua "Il Parco Nazionale della
Sila" Rubbettino
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Pima
neve in Sila
Celico
Spezzano Sila
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