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Nel
IV sec. a. C., con la decadenza delle colonie greche,
inizia quel graduale processo di trasformazione del
territorio calabrese che prosegue fino ai nostri giorni.
In quel periodo approdarono in Calabria i Bruzi, genti
provenienti dal nord e dediti essenzialmente alla
caccia, alla pastorizia e all'agricoltura. Dapprima
si rifugiarono nelle zone più interne della foreste
per nascondersi, poi, man mano, iniziarono ad ingrandirsi
fino a dichiarare guerra ai coloni greci.
In poche decine d'anni sorsero le prime colonie bruzie:
Cosentia, Pandosia, Petelia; si formò la loro federazione
e quindi la loro pressione sui coloni greci divenne
sempre più forte.
Nel 280 a.C., si alleano con Pirro contro i Romani
e questo fu l'episodio che scatenò lo sfruttamento
sconsiderato delle risorse ignifughe dell'altopiano
silano.
Infatti, avendo sconfitto Pirro, Roma punì severamente
il popolo Bruzio, confiscando loro grandi estensioni
di foresta silana e iniziando a prelevare enormi quantità
di legname per la costruzione di edifici e navi.
Durante le guerre puniche il popolo bruzio, affiancò
Annibale e, quando nel 203 a.C. questi lasciò la Calabria,
i Bruzi subirono punizioni ancora più pesanti delle
precedenti.
I disboscamenti iniziarono ad essere molto più sistematici
dal 71 a.C. in poi, data in cui venne sconfitto in
Puglia Spartaco, dopo aver trovato, per molti mesi,
rifugio e sostentamento in Sila.
I Bruzi, comunque, anche se perdettero la loro indipendenza,
non persero i loro possedimenti: si limitarono a pagare
a Roma ingenti tributi.
Quindi l'Università di Cosenza e Casali, succeduta
nei diritti alla federazione bruzia, rimase
essa stessa proprietaria dei terreni silani, anche
quando i Normanni dichiararono la Sila demanio regio.
Nonostante le grosse opere di disboscamento operate
sulla Sila, questa rimaneva pur sempre un vasta e
selvaggia foresta, priva di insediamenti umani stabili:
quindi il suo patrimonio naturale era ancora sostanzialmente
integro.
tratto
da: Francesco Bevilacqua "Il Parco Nazionale della
Sila" Rubbettino
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