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Gioacchino
da Fiore
Il "Liber Figurarum" |
TAVOLA
XIII:
Il salterio dalle dieci corde |
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Il
Salterio, strumento musicale ebraico, è per Gioacchino
un illuminante simbolo della Divinità.
In esso si combinano la triangolarità dei vertici,
che raffigurano la trinità delle persone e la rotondità
dell'apertura centrale, che raffiugura l'unità della
Sostanza Divina. Le corde della cetra sono tenute,
sul lato sinistro, dai nove cori angelici ai quali
si aggiunge, in posizione superiore, l'Uomo, a cui
l'incarnazione del Figlio ha dato una dignità superiore
a quella degli Angeli.
D'altra parte i capicorda sono rappresentati dai
sette doni dello Spirito Santo e dalle tre Virtù
teologali. Domina su questo lato la Virtù della
Carità.
Una verde corona di petali è disposta, come in un
fiore, intorno all'apertura centrale della cassa
armonica, a rappresentare l'intera Chiesa contemplante
e adorante unita nel canto di lode.
Dante nel Paradiso riprende questa figura raccogliendo
intorno alla Trinità tutti i cori angelici e l'intera
Chiesa trionfante, quella dall'Antico e quella del
Nuovo Testamento:
"In forma dunque di candida rosa mi
si mostrava la milizia santa che nel
suo sangue Cristo fece sposa".
(Paradiso XXXI)
I
testi sono tratti da: |
"Gioacchino Abate di Fiore" |
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Centro Internazionale di Studi Gioachimiti,
Edizioni Pubblisfera 1998. |
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