Gioacchino
da Fiore
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L'immagine, in questa riproduzione del 1612, è di grandissima importanza iconografica, perchè rappresenta la più antica raffigurazione di Gioacchino.
A ragione perciò Giacomo Greco vi ha apposto questa iscrizione:
"Quella che miri è la vera immagine del grande Gioacchino, che rifulse nel mondo per fama e virtù".
Giacomo Greco, "Cronologia dell'Abate Gioacchino e dell'ordine Florenze", Cosenza
Frate
Gioacchino, detto abate di Fiore, come lui stesso amava
firmarsi, è certamente una delle personalità più interessanti
del medioevo cristiano. Ma il suo messaggio non è rimasto
chiuso nel suo tempo, divenendo un punto di riferimento
importante di tutto il pensiero moderno. Pochissimi altri
autori sono stati ripresi ed utilizzati quanto l’Abate
Gioacchino. Oggi egli è universalmente riconosciuto come
uno dei grandi maestri della civiltà europea.
Il vasto movimento del Gioachinismo costituì il fermento
più vivo della spiritualità italiana ed europea.
Dopo la scoperta del Liber figurarum, che raccoglie un
insieme di figure elaborate da Gioacchino, l’influsso
del pensiero dell’Abate sul poema di Dante si può senz’altro
ritenere sicuro ed incontestabile. Così come appare sicuro
l’influsso dello stesso pensiero sulla nascita del movimento
minorita di Francesco di Assisi, come del resto riconosciuto
dallo stesso Dante, il quale, nel Paradiso, fa dire al
francescano San Bonaventura: "... e lucemi da lato
il calavrese abate Giovacchino, di spirito profetico dotato".
Dall’alto della sua umile santità, il messaggio di frate
Gioacchino può ancora aiutarci nel nostro cammino di conversione
e nella nostra maturazione civile. La sua fiducia nella
storia umana ispirata e guidata da Dio, ci fa guardare
con ottimismo al nuovo millennio che stà per aprirsi,
e ci chiama ad una reale conversione, perchè l’amore possa
prevalere su tutto, persino sulla conoscenza. Scrive infatti:
"io scrivo ancora libri, ma la nuova epoca non avrà più
bisogno di cose del genere - anche dei miei libri". Lo
spirito di amore farà contemplare faccia a faccia la verità,
senza bisogno della parola e dello scritto, del segno
e del simbolo.
L’attualità di Gioacchino è peraltro straordinariamente
viva nell’alba del terzo millennio, in quanto la sua profezia
della Terza Età della storia, l’età dello Spirito Santo,
la si ritrova tutta nel diffuso bisogno di rinnovamento
spirituale e culturale del nostro tempo: si pensi alla
teologia della speranza, alla teologia profetica, alla
teologia della liberazione, all’annunzio di una più incisiva
azione dello Spirito Santo, contenuto nell’enciclica di
Giovanni Paolo II Dominum et vivificantem, alla tensione
profetica di questo papato, al profetismo di varia natura
e significato attraverso cui si esprime il bisogno di
governare il futuro, a tutte le suggestioni di carattere
escatologico ed apocalittico della cultura contemporanea,
sempre più lontana dagli schemi dell’ideologismo e del
razionalismo.
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