Gioacchino
da Fiore
I Miracoli |
La
lampada dinanzi al sepolcro del Padre Santo si accende
per intervento divino.
|
Dio,
che si manifesta mirabile nei suoi santi, Terribile
nella sua maestà, consentì non solo che il suo servo
Gioacchino fosse venerato dagli uomini, temuto dai
diavoli, ubbidito dagli animali, invocato dagli
ammalati, ma anche che venisse rivelato dalle cose
inanimate, come attraverso una veridica testimonianza
del monaco Ruggero si udì raccontare.
Questo Ruggero, avendo in custodia nel monastero
Florenze la cappella in cui riposava il corpo del
beato Padre e curando di tenere ivi accessa perennemente
una lampada, alzatosi una notte con i confratelli
per recitare l'ufficio, prima di riunirsi con essi,
trovò spenta quella lampada che nolmalmente splendeva
splendeva sempre dinansi al sepolcro dell'uomo di
Dio. Mal sopportando ciò, fece cenno a fratel Amato
perchè l'accendesse; ma mancando l'olio, del tutto
consumato, non potè rabboccarlo; si affrettò, quindi,
per prendere l'olio. Nondimeno essendo l'olio rappreso
per la rigida temperatura della stagione e da non
poter sciogliere se non sul fuoco, non riusciva
ad accendere la lampada. Poi per non abbandonare
del tutto per un così piccolo motivo, l'ufficio
divino che si doveva recitare nel coro, lasciata
la lampada spenta, entrò nel coro e recitò l'ufficio;
completatolo, infine, corse sollecitamente per accendere
la lampada.
Ma avvicinatosi all'ingresso della cappella, si
accorse che in questa spendeva la luce,e, quindi,
entrando, trovò ora fiammeggiante quella lampada
che prima non aveva potuto accendere; ne sapendo
come ciò fosse avvenuto, sopraffatto dalla meraviglia,
quasi in estasi per l'accaduto, innalzò a Dio un
inno di ringraziamento nel suo cuore; tanto più
che nella cappella percepiva e gustava un'insolità
soavità, quasi un celeste profumo di consolante
fragranza. Infine lascoiò che quella lampada accesa
per intervento divino splendesse fino a sera e finalmente
don Ruggero la spense con le sue mani, ricavandone
quessta ottima riflessione: i miracoli devono essere
visti semplicemente in tutte quelle cose dove non
si può operare nè provvedere con l'intervento umano.
Da quei miracoli, quindi, che dal Signore giorno
dopo giorno venivano concessi, crescendo nella consapevolezza
degli uomini brillava la santità del suo Servo e
divampava a lode di Cristo Signore la devozione
di tutti in lui.
I
testi sono tratti da: |
"Gioacchino Abate di Fiore" |
|
Centro Internazionale di Studi Gioachimiti,
Edizioni Pubblisfera 1998. |
|
|
|