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Gioacchino
da Fiore
I Miracoli |
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Luca
Campani. |
Le narrazioni antiche che restituiscono una trama,
anche se non esaustiva, della vita di Giacchino
costituiscono parte organica della Legenda agiografica.
Sia il profilo delineato da Luca Campano, arcivescovo
di Cosenza (dal 1203 al 1204) e suo biografo, sia
la narrazione di un Anonimo monaco florense che
comincia dal ritorno del frate dalla Terrasanta,
sono stati tradotti unitariamente nell'unico manoscritto
antico della Legenda. Questo volume conservato
sino alla fine del XVI sec. nella biblioteca del
protocenobio di San Giovanni in Fiore, è andato
perduto. Due monaci florenzi tra il 1586 e il 1614
copiarono, con proprio stile e proprie parole, le
due testimonianze della vita e dei miracoli dell'abate
che ne costituivano il contenuto testuale. Un'ampia
parte della Legenda tramandata dall'antico
manoscritto florenze è costituita da alcune decine
di testimonianze che narrano avvenimenti miracolosi.
Questi miracoli possono essere considerati come
l'elemento complementare e probatorio della manifestazione
della santità di Gioacchino. Le sue scelte, che
già individuano una condotta di vita eroica, e le
sue qualità intellettuali e spirituali, che manifestano
la presenza dello spirito di Dio in lui, originano
il carisma di santità che lo accompagnava in vita
e perdura dopo la morte. La fama di santità di Gioacchino
sembra svolgere un ruolo primario in tutta la sua
vicenda, che non è solo quella delle sue interpretazioni
della storia della salvezza, ma anche quella di
una grande figura carismatica che nell'incerto tramonto
del XII sec. pronunziò parole di rinnovamento e
di speranza.
I
testi sono tratti da: |
"Gioacchino Abate di Fiore" |
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Centro Internazionale di Studi Gioachimiti,
Edizioni Pubblisfera 1998. |
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