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Gioacchino da Fiore
I Miracoli
Gioacchino placa con un sermone un grandissimo straripamento.
Il servo di Dio Gioacchino, venendo con i monaci Pietro e Bonifacio a Longobucco per dei calici che si dovevano fare, dal momento che allora si cavavano in quel luogo le miniere d'argento, il giorno che vi giunse le cateratte del cielo si aprirono così tanto che, per il sopravvenire di un grande straripamento, non era possibile ad alcuno di uscire da quel paese. Nei sette giorni successivi lo straripamento talmente ingrossò che tre case del paese ingrossarono e in una di queste restarono travolte sette persone. Nel fiume, inoltre, ne annegarono altre diciotto.
Tutti perciò, temendo una prossima e probabile strage, si appellavano all'Uomo di Dio e, confessando sinceramente i loro peccati, invocavano misericordia. Il servo di Dio Gioacchino, per accrescere e rendere più fruttuoso il loro pentimento, li accoglieva ostentando una certa insoddisfazione. Nel settimo giorno, fidente nella inestinguibile pietà di Dio, seguendolo l'intera popolazione, vennero tutti in chiesa: ivi il venerabile Abate, pronunciando un sermone e stigmatizzando severamente e duramente i loro peccati, instillava in loro pentimento. Dovettero promettere e confermare col giuramento non solo di non ricadere nei loro crimini, ma anche di non frequentare luoghi di peccato, e anzi di estirpare più che avessero potuto i vizi radicati in loro. Avvenne, prima ancora della fine del sermone, che qualcuno uscendo dalla chiesa vedesse schiarirsi il sole e, sopravvenendo il sereno, dissiparsi le tenebre della pioggia, onde per la gioia lo si sentì esclamare:
"Ecco, il cielo si rasserena!".
E così dicendo nel rientrare, quella esclamazione riecheggiò nella chiesa. Allora l'Abate concluso il sermone, intonò l'inno "Veni creator spiritus",dopo, unitamente agli altri religiosi, cantò sette preghiere di ringraziamento al Signore. Nell'uscire, quindi, dalla chiesa tutti furono avvolti dal pieno sole di un giorno sereno.
Peraltro, durando ancora il deflusso delle acque, quel giorno i frati non poterono partire. gli abitanti timorosi per un eventuale ritorno della pioggia, lo pregavano umilmente di soggiornare là per qualche giorno. Ma l'Abate, fiducioso nella misericordia di Dio, disse loro che potevano restare sicuri; e così l'ottavo giorno, accompagnato da molti in segno di ringraziamento, tornò a Fiore.


I testi sono tratti da: "Gioacchino Abate di Fiore"
Centro Internazionale di Studi Gioachimiti, Edizioni Pubblisfera 1998.

Gioacchino Greco
Giuseppe Marinaro
Gioacchino da Fiore
La Vita
Gioacchino da Fiore e Dante Alighieri
Il Gioachimismo
Il testamento
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Lo straripamento
La guarigione di un malato
La Lampada
Il cieco
Liber Figurarum
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